Storia della Canapa

La canapa è una delle piante più antiche al mondo: viene, infatti, coltivata da oltre 10.000 anni. Per secoli è stata un’importante fonte di cibo e fibre tessili, sia per le antiche popolazioni della Cina, sia per quelle dell’antica Mesopotamia. Gli utilizzi della pianta di canapa e dei suoi derivati nella storia sono stati i più diversi: dalla semplice corda al tessuto grezzo, dalla carta alla tela, senza dimenticare – naturalmente – i fiori e i semi, noti fin dall’antichità per le loro proprietà terapeutiche e per questo usati per combattere disturbi di vario tipo. La canapa e i prodotti derivati da questa pianta erano molto diffusi, soprattutto nel periodo compreso tra il 2700 A.C. e l’epoca Romana.

Una delle virtù della pianta di canapa è la capacità di trasformarsi in tanti prodotti diversi, uno di questi è la corda di canapa ottenuta dalla canapa industriale, che non deve essere confusa con la pianta con cui si ottiene la marijuana. Tutte e due derivano dalla stessa famiglia, ma la pianta di canapa usata per scopi industriali contiene una quantità di THC (la sostanza psicoattiva che rende illegale questa pianta) inferiore allo 0,2%. In breve, condividono alcune caratteristiche, ma hanno caratteristiche uniche per differenziazione e applicazione.

Usi e ambiti di impiego

Storicamente, la canapa era una coltura essenziale per gli abitanti del Nord America, soprattutto nei primi anni del 1600: i primi coloni producevano canapa destinata a varie applicazioni e usi, come abiti realizzati con fibra di canapa, tela per le vele delle barche e delle navi, ma anche corde e cordoncini, sia per uso nautico che domestico. Ma non è tutto, perché i primi coloni americani erano attivi anche nella produzione di olio di canapa ottenuto dai semi.

Non a caso, erano soliti realizzare delle presse per la frantumazione di semi oleosi, come la canapa o il lino; i semi oleosi venivano messi nel buco situato al centro del blocco quadrato di legno (base della pressa), poi veniva poggiato un blocco rotondo proprio sui semi oleosi e il tutto veniva poi martellato affinché dal foro centrale inferiore uscisse l’olio estratto dai semi. I coloni americani conoscevano l’estrazione dell’olio dai semi di canapa.

Facciamo un salto di qualche secolo e arriviamo ai primi anni del 1900, quando Henry Ford rivoluzionò l’industria automobilistica introducendo la Model T., un’automobile realizzata interamente con i derivati della pianta di canapa e alimentata con etanolo ottenuto dalla canapa. Negli anni ’30 Ford produsse un prototipo dell’automobile green, rompendo gli schemi di allora e proponendo qualcosa di straordinario, in grado unire sostenibilità, efficacia, sicurezza e design.

 

 

Proibizione della Canapa

Storicamente, la canapa era una coltura essenziale per gli abitanti del Nord America, soprattutto nei primi anni del 1600: i primi coloni producevano canapa destinata a varie applicazioni e usi, come abiti realizzati con fibra di canapa, tela per le vele delle barche e delle navi, ma anche corde e cordoncini, sia per uso nautico che domestico. Ma non è tutto, perché i primi coloni americani erano attivi anche nella produzione di olio di canapa ottenuto dai semi.

Non a caso, erano soliti realizzare delle presse per la frantumazione di semi oleosi, come la canapa o il lino; i semi oleosi venivano messi nel buco situato al centro del blocco quadrato di legno (base della pressa), poi veniva poggiato un blocco rotondo proprio sui semi oleosi e il tutto veniva poi martellato affinché dal foro centrale inferiore uscisse l’olio estratto dai semi. I coloni americani conoscevano l’estrazione dell’olio dai semi di canapa.

Facciamo un salto di qualche secolo e arriviamo ai primi anni del 1900, quando Henry Ford rivoluzionò l’industria automobilistica introducendo la Model T., un’automobile realizzata interamente con i derivati della pianta di canapa e alimentata con etanolo ottenuto dalla canapa. Negli anni ’30 Ford produsse un prototipo dell’automobile green, rompendo gli schemi di allora e proponendo qualcosa di straordinario, in grado unire sostenibilità, efficacia, sicurezza e design.

 

 

Storia della canapa in Italia

Il nostro Paese – fino ai primi del Novecento – era tra i primi produttori al mondo di canapa. Prima dell’inizio della seconda guerra mondiale, l’Italia coltivava ettari ed ettari di canapa, raggiungendo livelli oggi inimmaginabili. Si calcola, infatti, che in quel periodo il nostro Paese producesse una quantità di canapa superiore a quella ottenuta oggi su scala mondiale. 

Che cosa è successo?

Ad influire sull’abbandono della coltivazione di canapa ha pesato l’introduzione e la diffusione di fibre tessili più economiche dagli Stati Uniti, come il nylon, che ha portato ad un progressivo rallentamento della produzione di fibre naturali, terminato definitivamente dopo qualche decennio. A questo si sono aggiunte in seguito le limitazioni dettate dalle leggi antidroga, che hanno definitivamente messo al bando questa pianta.

Per fortuna negli ultimi anni, il trend è cambiato: dopo un fermo durato secoli, la produzione della canapa si è riattivata suscitando grande curiosità e interesse anche da parte di coloro che hanno sempre ignorato questa pianta. Il motivo risiede – da un punto di vista economico – nell’aumento del prezzo del greggio e – dall’altro lato – in una maggiore attenzione e rispetto nei confronti dell’ecosistema. E mentre l’Italia bloccava la produzione rimanendo di fatto indietro, altri Paesi europei – come la Francia – hanno invece continuato a coltivare la canapa. Tra l’altro, alcuni studi hanno dimostrato come la pianta di canapa sia in grado di bonificare i terreni dai metalli pesanti.

La Canapa Oggi

Oggi, su oltre 20.000 ettari di terreno dedicati alla coltura di questa pianta, ben 11.000 sono nello stato francese. In breve, l’Italia ha perso un prezioso primato che oggi – a fatica – sta cercando di recuperare. In attesa di una sua liberalizzazione, ricordiamo che la pianta di canapa è molto più resistente – rispetto ad altre piante – alle aggressioni di insetti e parassiti e che tutti gli studi – anche quelli effettuati di recente – evidenziano come questa pianta riesca ancora oggi ad essere utilizzata efficacemente in tantissimi ambiti differenti e a risolvere tante problematiche diverse. Incluse quelle legate al mondo della salute.

Negli Stati Uniti, è ancora illegale coltivare la canapa industriale a fini commerciali. La Drug Enforcement Administration (DEA) rimane fortemente contraria all’importazione di semi di canapa e questo limita fortemente anche la produzione di canapa industriale, che – di fatto almeno sulla carta – è completamente legale sia a livello di ricerca universitaria, sia in agricoltura. Oggi anche gli Stati Uniti – come molti altri Stati – vivono un momento di transizione perché in alcuni Stati è stata legalizzata, mentre altri stanno seguendo la scia. Lo stesso vale per il Canada, dove la cannabis è stata legalizzata anche a scopo ricreativo.